la mission


Che cos’è per noi l’arte

 

Definire che cosa sia l’arte, in un momento storico, sociale e culturale così fortemente confuso in cui l’essere artista appare più uno status da esibire che non piuttosto una necessità, quasi una condanna, è estremamente difficile.

 

Al di là di ogni definizione, concetto espresso da più voci e in periodi differenti, ritengo che essenzialmente fare arte significhi comunicare “qualcosa” di non pensato ma sentito, in modo più o meno cosciente, ma rispondendo ad un’urgenza con l’intento di riversare verso l’esterno contenuti e messaggi che galleggiano in modo magmatico nella nostra interiorità.

 

Se ciò genera un’emozione, quella è arte che non necessita di spiegazione da parte di altri in quanto è tutta contenuta nella reazione che essa scatena.  Da sempre l’uomo ha avvertito l’esigenza di riuscire ad esprimere, in base alle proprie capacità, ciò che “ha dentro” per mezzo di segni, parole, gesti, suoni. Credo che oggi si tenda a complicare ciò che nella sua essenza è intuitivo e semplice.

Arte è comunicare un’emozione e generarla.

Tutte le sovrastrutture di cui è stato rivestito un concetto in realtà così puro e “facile”, per renderlo complesso e per lo più incomprensibile, non ha fatto che allontanare, anziché avvicinare, l’artista ed il fruitore stesso dell’opera d’arte al prodotto artistico. 

 

Il tentativo di imbrigliare lo spirito dionisiaco a favore di una ricerca estetica esasperata o ancor peggio ragionata ha solo generato sclerotizzazione e caos.

“Avremo acquistato molto per la scienza estetica, quando saremo giunti non soltanto alla comprensione logica, ma anche alla sicurezza immediata dell'intuizione che lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità dell'apollineo e del dionisiaco, similmente a come la generazione dipende dalla dualità dei sessi, attraverso una continua lotta e una riconciliazione che interviene solo periodicamente.” (Nietzsche)

 

Insisto sul concetto di necessario, urgenza di comunicare un proprio sentire nella forma che ognuno sente propria con il talento che deve possedere e può solo affinare con la tecnica, lo studio, l’approfondimento. Non si decide di “fare l’artista”, lo si è.

E se anziché definirli o auto-proclamarsi “artisti” semplicemente fossero spiriti liberi, quanta più verità potremmo guardare ed ammirare.

 

Barbara Colombotto Rosso