Sergio Minero

Balangero 22 Marzo 1937; Settimo Torinese (Torino) 2015

 

“Dobbiamo essere consapevoli che non arriveremo mai ad una soluzione definitiva e tutte le nostre acquisizioni non avranno mai una fine perché non ci sarà mai fine all’avventura spirituale di una vita creativa – che avrà il suo senso nel procedere stesso, non nella meta da raggiungere…”

Sergio Minero

 

“Per Minero la genesi dell’immagine avviene attraverso una complessa elaborazione che implica impegno totale, tempi lunghi, tecniche miniaturizzanti, iterazioni stratificate con finissime varianti, e coinvolge, con calibrato estremismo, i processi proiettivi dell’immaginazione. L’artista ha attraversato il gusto surrealista, ma lo ha anche amplificato in un più composito e sedimentato senso del fantastico… ed è proprio il più significativo interprete del discorso surrealista a Torino, Italo Cremona, a dichiararsi solidale con lui, nel ’78, sottolineandone “la fede adamantina nelle virtù del disegno e della pittura in cammino per raggiungere un lontano spiraglio di luce”.

Nelle sue opere il virtuosismo dell’esecuzione non rimane fine a se stesso: la pittura ed il disegno, la grafica e la scultura, si presentano come lo spazio rituale di un atto conoscitivo, che sperimentalmente cerca, ed intuitivamente trova, la sacralità di una creazione… riemergente dagli abissi dell’inconscio alla lucidità della coscienza.”26

Minero inizia a disegnare quando ancora frequenta l’istituto Avogadro di Torino, espone a Milano, Firenze, Venezia  e nella sua città. A metà degli anni ’70 matura una svolta simbolica determinata da due viaggi, in Afghanistan ed in India (1972-1973), al fianco della moglie Silvana “guida e luce verso la Luce”.

“La sua mano è sicura, precisa, ritmata, Minero conosce il gioco dei volumi e la prospettiva. Guarda alla pittura nordica, al segno cinquecentesco, anche italiano. Visionario antiromantico, spazia nei meandri del paesaggio notturno del proprio inconscio e lo illustra con fare sapiente, con certo sorriso dissacrante… è un diavolo che rovescia con garbo sulla tela una quantità enorme di avvertimenti, di simboli dal sapore alchemico. Oggettivizza l’arcano, racchiudendolo in splendide cornici sempre da lui pittate.”27

 

 

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26 Lucio Cabutti, Minero “La visione è un sole antico”, 1988

27 Paolo Levi, “La Repubblica”, maggio 1994




Opere