Lorenzo Alessandri


Torino, 1927. Giaveno (To), 15 maggio 2000

 

“… Lasciatemi sotto il vecchio lampione, lasciate che la pioggia fine mi argenti i capelli e la barba. Lasciate che la mia malinconia si sciolga dolcemente nell’acqua tra i riflessi gialli, scarlatti, verdi e neri.

Lasciatemi vivere, lasciatemi fumare, lasciatemi bere, lasciatemi sognare…”

Il vostro Re Delirio, 25-5-65 (Lorenzo Alessandri)

 

“Esponente di spicco della generazione di mezzo dell’arte surreale-fantastica torinese, Alessandri fonda nel 1944 la “Soffitta Macabra” che diviene ben presto il punto di ritrovo degli artisti e degli intellettuali affascinati dalle esperienze esoteriche e dal fantastico.

Da la “Soffitta Macabra” nasce la “Candela” di cui Alessandri è il fondatore e successivamente Surfanta (da: SURrealismo e FANtasia)”.2

L’opera di Alessandri è stata fortemente influenzata dai suoi viaggi, dapprima in Olanda, Germania, Francia e in seguito in Oriente, le cui filosofie hanno scavato l’animo dell’artista, aprendolo a nuove esperienze.

“Con Alessandri”, scrive la nota rivista Le Arti, “la psicanalisi ha trovato il suo pittore.

E non è poco, se si pensa che dagli anni trenta lo ha cercato invano.”

Le sue opere sono audaci e temerarie incursioni nel Regno fantastico da cui compaiono i Pascal, grotteschi e inquietanti personaggi, esseri dai tratti alieni, provenienti dalla preistoria e da mondi sconosciuti, creando “un universo in cui il contrasto tra forma umana e quella grottesca e orripilante, fra la certezza della realtà e le paure dell’inconscio sono evidenti.

Le donne di Alessandri, dolci e indifese, vengono concupite, insidiate dai mostri come la nostra realtà quotidiana lo è da ciò che non osiamo confessare, con la differenza che esse sembrano non riportare segni di questa violenza”.3

 

 

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2 Massimo Melotti, Carlo Munari, La Città Magica. Arte surreale e fantastica a Torino. Vercelli, Giorgio Tacchini Editore, 1979, p.116 3 ID. ibid.


Pittura