Lamberto Camerini


Torino, 1930.

 

“Ecco le magiche paludi dell’inconscio che soffocano i ricordi che li restituiscono alla realtà nei momenti d’ozio. Sono questi i pensieri più veri della nostra esistenza? Oppure le oniriche immagini che ci tormentano la notte? Forse dobbiamo tener tutto celato. E’ impossibile credere di poter soffocare le percezioni ed ecco allora l’evidenza, l’esibizione pubblica di noi stessi, la nostra verità.”

Lamberto Camerini. Le magiche paludi.

 

Camerini, nel ’64, entra a far parte del gruppo di artisti surreali-fantastici torinesi che hanno dato vita alla rivista “Surfanta” alla quale collaborerà sino al termine della pubblicazione.

“La nota personale di questa pittura sta soprattutto in una dimensione dell’immaginario, che senza pretese di un piglio neo-avanguardistico, compie la sua rivendicazione di una libertà soggettiva, nella mitizzazione come nella satira, attraverso l’appiglio dello spirito e della fantasia.

Il giocato equilibrio tra la pressione dell’esperienza e della vitalità concreta da un lato e la trasmutazione operata dall’immaginazione dall’altro, ha accresciuto la propria efficacia spettacolare, puntando su un’atmosfera avveniristica che è un modo, nella poetica della fantascienza, di prendere coscienza del presente mediante lo spessore libero e suggestivo del futuribile.

Il gusto “archeologico” dell’avvenire ha sostituito le insinuazioni arcaiche degli anni sessanta in una “metafisica del domani” che osserva con distacco e arguzia le forze biologiche e tecniche scatenanti, come ermetici burattinai le forme e le vicende dell’attualità”.4

“Artista estremamente discreto, un po' evanescente nei colori e nelle immagini che non si fanno mai afferrare facilmente o, forse meglio ancora, un artista trasparente, come se vi fosse sempre un velo sottilissimo davanti ai suoi quadri, per filtrare quasi scientificamente la luce. Il suo “fantastico” è fatto di sottili sfumature, di reticenze, come se il pittore trattenesse sempre per se, gelosamente, l'ultima pennellata”.5

In un primo periodo, le opere di questo artista impenetrabile descrivono il mondo infantile delle marionette, dei teatrini e delle ballerine, un universo onirico fatto di giochi e magie.

Nel secondo ciclo della sua pittura, invece, la fiaba assume toni ironici, a volte polemici, quasi che avesse subito contaminazioni dalle brutture dell’essere umano.

Il tema predominante diventa un’anatomia delle donne deformata tanto da generare un senso di imbarazzo nell’osservatore.

 

 

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4 Lucio Cabutti, ibid. p.124

5 http://www.galleriadibologna.it/CameriniLamberto.htm, accesso 29 agosto 2015