Eugenio Dario Lai


BIO

Nasco a Torino nel dicembre 1955.

Sin dai primissimi anni di vita la curiosità e la fantasia sono state le mie compagne di giochi.

Con queste caratteristiche colgo rapidamente la discrasia esistente tra il mondo quotidiano descritto da genitori, scuola, società e la straordinaria complessità del vasto e misterioso mondo magico che i miei sensi mi fanno vedere, toccare, odorare, sentire.

Questi due realtà contrapposte e contraddittorie che lacerano l’animo di un giovane fanciullo che si affaccia al mondo adulto con un certo timore, vengono in parte superate quando comprendo che devo lasciare spazio alla voce interiore.

In quel momento, ho circa diciassette anni, comincio a scrivere poesie, mai semplici e lineari, sempre finalizzate ad una domanda alla quale la scienza, le filosofie, la religione e le politiche non sanno dare una risposta completa: che cosa sono io?

Che cos’è veramente questo mondo?

 

Nella spasmodica ricerca di questi perché irrisolti intraprendo una solitaria strada di esploratore interiore, un intronauta che ha una fame infinita di Conoscenza non inquinata o corrotta da dettami mentali.

Niente libri, niente maestri, niente consiglieri, solamente l’impeto della curiosità mi guida per questi sentieri tortuosi e sconosciuti. 

Ora è lei la mia compagna d’avventura che mi spinge a non desistere, a proseguire incessantemente nel viaggio, a non mollare mai. E intanto continuo a scrivere poesie, quasi un diario mimetico di cosa ho visto negli abissi dell’inconscio.

Da quel momento la mia vita prosegue sotto l’impulso di continue metamorfosi psicofisiche incentrate sulla ricerca spirituale avente come punto di riferimento il pensiero di Lao Tze che agli allievi insegnava ad amare l’oscurità e a cancellare deliberatamente ogni traccia della propria vita.

  

Finchè alcuni anni fa incontro Samuel Beckett e il suo “Aspettando Godot”: in quell’attimo, senza che potessi far nulla per modificare il mio tragitto, la mia vita si è intrecciata con l’esistenza del famoso scrittore e ne è stata stravolta.

Da quel giorno energie imponderabili sono emerse in modo prepotente e insistente da dimensioni parallele e sono tracimate nella mia esistenza, già di per sé inusuale.

Ora sono qui, novello artista, con un libro appena pubblicato, “Aspettando Godot al Cafè de la Paix”, e con il seguito già imbastito e pronto per essere pubblicato…e non ho voglia di fermarmi più.